Diego e gli altri: i ragazzi del 50/A, dal garage alla Onlus

Questa è la storia di alcuni ragazzi normali. Tutti spoletini, di svariate età e dai cuori grandi. Ognuno di loro si alza tutte le mattine per andare a lavoro, studiare, svolgere il proprio dovere; hanno le loro passioni per lo sport, il relax, il benessere. Alcuni sono sposati, con bambini, altri no.

Dal sisma del 24 agosto, questi ragazzi hanno reso orgoglioso un intero paesino, Maiano, quello in cui abita Diego Bacchettini, il promotore dell’iniziativa, che ha messo a disposizione il garage di casa sua, al civico 50/A, per raccogliere viveri e beni di prima necessità da destinare alle popolazioni terremotate.

Questi ragazzi non si limitano a raccogliere ma si preoccupano di fare anche la spola quotidiana per assicurarsi che tutto arrivi a destinazione dove e come deve.

Da questa loro iniziativa si è sviluppato un movimento che ha sensibilizzato l’intera città di Spoleto generando il gruppo de “I Ragazzi del 50/A” e attirato la sensibilità dei giornalisti e dei mass media locali e nazionali.

Diego e i “suoi” ragazzi, hanno creduto nel Fare del Bene senza aspettare o delegare ai politici o ai politicanti di turno.

Le liste aggiornate di beni vengono direttamente redatte dai Centri Operativi Comunali (C.O.C.) dei vari territori colpiti dal terremoto, cosi da non far recapitare materiale inutile e quindi creare intralcio ai centri di smistamento. In pochi giorni raccolgono circa quindici tonnellate di materiale donato dai cittadini di Spoleto e, grazie al passaparola sui social che fa il giro di tutta Italia, arriva materiale anche da Verona, Pompei, Roma e Brindisi.

Dopo il sisma del 30 ottobre nulla cambia, anzi migliora: Diego trova un nuovo, spazioso magazzino e riattiva tutta la macchina organizzativa. A novembre nasce a Spoleto l’Associazione “I Ragazzi del 50/A” con un vero e proprio Statuto ONLUS.

Ogni giorno, questi ragazzi, cercano di condividere sui Social network quello che vedono, raccontano quello che fanno ed elencano cosa gli viene chiesto.

Forse mi sbagliavo, questi non sono ragazzi normali… o forse, oggi, è proprio facendo cose normali che si diventa supereroi.