La festa della donna compie 100 anni (e non 103!)

8 MARZO 2011: ANCORA “FESTA DELLA DONNA”… SI FA PRESTO A RACCONTARLA COSI’
Mimosa e cenetta “trasgressiva” con le amiche nel tradizionale “made in Italy”, alla faccia del vero significato. Intanto, il resto mondo “rosa” continua a versare lacrime innocenti.

di Manuele Fiori

La mancanza di tanti valori, ormai decaduti, e di tante culture prodotto di intense riflessioni anche storico – culturali, ci fanno perdere i veri significati delle ricorrenze; cerchiamo di fare chiarezza.

Sfido tante persone, soprattutto i più giovani, a conoscere innanzitutto il vero senso della festività in questione e il percorso storico: la festa della donna, non è solo mazzettino di mimosa e cenetta “trasgressiva” fra amiche, altrimenti sarebbe – quella che difatti sta diventando – la festa dei fiorai e dei ristoratori.

Nessuno ricorda quel fatidico 8 Marzo 1908, quando ben 129 operaie dell’industria tessile “Cotton” morirono nell’incendio della fabbrica – con le porte bloccate per mano del proprietario, Mr. Johnson, dopo che, qualche tempo prima, queste avevano scioperato qualche giorno a difesa dei loro diritti e per le loro precarie condizioni lavorative – ovviamente sarebbe troppo triste ricordare vittime ogni anno.

Chi fu Rosa Luxemburg, ovvero la promotrice che indusse con successo questa giornata come “giornata di lotta internazionale a favore della donna” non ha più importanza. Negli anni a venire, la giornata internazionale della donna, poi ridefinita “festa della donna”, ricorda sia le conquiste sociali che politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo. Quest’anno si è deciso il centenario (a partire dal 1911, anno dal quale è definita la festa in questione).  
A qualcuna basterà un bel maschietto spogliarellista a sorpresa, oppure invertire i ruoli e comportarsi come gli uomini, magari, proprio in cerca di qualche “quota rosa” cui approcciare.
Allora vorrei provare a farvi riflettere collegandomi anche ai fatti più vicini al nostro vivere quotidiano: minorenni stuprate ed uccise da “sconosciuti perfetti” o “conosciuti ancora ignoti”, minorenni “Donne” del potere autoritario italiano (tanto è solo cronaca gossippara).
Inoltre, solo nel 2010 – per farla breve – sono state 127, il 6,7% in più rispetto all’anno precedente, le donne uccise in Italia (fonte statistica: Ansa.it).

Una madre di due figli, 43 anni, (aizzati, tra l’altro, contro di lei dal tribunale islamico), è rea confessa: ha ammesso di aver tradito il marito. Le organizzazioni internazionali accusano che tale confessione è stata estorta con la violenza. Comunque sia, la donna ha già subìto 99 frustate in pubblico (sotto gli occhi dei figli) come esempio per tutti. Ora è in attesa della condanna a morte. Per lapidazione. Lo prevede la sharia, la legge islamica in vigore in Iran. Quella stessa legge alla quale un altro rais vorrebbe sottomettere l’intera Europa…

Credete ancora ci sia tanto da festeggiare dopo cento anni di maturazione, se non altro, culturale – ideologica? O forse fate bene voi, mi riferisco sempre al popolo “non pensante”, perché sapere, conoscere e riflettere, talvolta fra troppo male… buona festa della donna.